LA PAROLA

Genitore

Genitore dal vocabolario Treccani è un sostantivo maschile, dal latino genĭtor -oris deriva da genĭtus participio passato di gignĕre “generare”.

Quindi è colui che genera, un’ idea, un progetto, un pensiero; crea un’opera, un testo, una produzione artistica o procrea nel caso di uno o più figli.

Il plurale, genitori, indica comunemente padre e madre insieme. I genitori possono essere comprensivi, punitivi, attenti, distratti, anziani, giovani, biologici, adottivi o omosessuali. Alcune volte sono una coppia mista altre invece ce n’è solo uno che si destreggia a coprire entrambi i ruoli.

Al mondo di genitori ne esistono molti e di molti tipi: quelli bizzarri, quelli brutti, quelli belli, quelli che tengono allo studio o meno, quelli fissati con le diete, quelli sportivi, quelli magri, quelli grassi, quelli intelligenti, quelli ignoranti o quelli rigorosamente ordinati.

Comunque siano, non saranno mai perfetti, ma bisogna adorarli per quanto affetto ti hanno riservato, o con quanto interesse hanno ascoltano i tuoi (incomprensibili o inafferrabili che siano) discorsi, soprattutto nei momenti meno opportuni.

Tuttavia, quando talvolta, i genitori, si comportano come non dovrebbero, bisogna avere il coraggio di allontanarsi per il proprio bene. Succede che sia un giudice a stabilire la necessità di questo allontanamento: a volte i giornali raccontano fatti del genere.

Fabrizio De André scrisse una bella canzone sui “Dieci comandamenti” – Il testamento di Tito – e, a proposito di quello che dice di onorare il padre e la madre – il quarto secondo la tradizione ebraica, il quinto secondo quella cattolica – la strofa diceva:

«Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:

quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore».

In ogni caso arriva per tutti il momento in cui si deve sentire l’esigenza di staccarsi un po’ dal nido, di spiccare il volo e proseguire la nostra avventura in autonomia, senza l’ala protettiva: prima o poi, infatti, si diventa grandi, maturi, adulti e, se lo si desidera, a nostra volta anche genitori.

Ad ogni modo, i genitori sono quelle persone che ti hanno accompagnato in un tratto della tua vita, che sia lungo o breve l’importante è viverlo al meglio. Da essi puoi ereditare il colore degli occhi, la sfumatura dei capelli, la corporatura o l’altezza. Ma poi, quanto importerà se i tratti somatici sono opposti se paragonati all’affetto che un figlio può provare per le figure a cui uno si è sempre rivolto nel bene a nel male e con cui hai affrontato ogni avversità?

Per me i genitori non sono quelli che ti hanno donato il seme affinchè tu nascessi, ma chi si è preso la briga di tenerti con te, dopo. Genitori sono le persone che ti hanno visto crescere e maturare, che ti hanno supportato nei momenti bui e hanno gioito insieme a te in quelli felici, che ti hanno diretto, si spera, verso una buona strada.

Per concludere, vorrei ringraziare i miei genitori per avermi sopportato sempre e comunque, per avermi cresciuta così bene, per avermi dato tanto amore, per avermi insegnato ad amare le cose belle della vita, per avermi messo in guardia dai pericoli, per avermi insegnato la sottile differenza tra il bene ed il male, per aver risposto a tutte le mie infinite domande ma, soprattutto, per avermi appoggiato e spronato affinchè realizzassi tutti i miei progetti, come questo di scrivere per TESSERE.

 

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