LA PAROLA

Mood

Spopola sul web e sui social, si usa nel gergo della moda, nel marketing, nelle indagini di mercato. Il mood è lo stato d’animo, l’umore, l’attitudine, lo spirito. In senso più astratto anche il clima e l’atmosfera. Si può utilizzare bad mood, per le giornate no, e good mood, quando l’umore è alto. Si usa nella frase «non sono del mood giusto per…», per dire che la disposizione d’animo non è quella adatta per fare determinate cose.

Ed è proprio stato d’animo, umore, disposizione il significato di questa morbida parola anglosassone, entrata ormai nel gergo comune parlato e scritto, insieme a tante “consorelle”.

Da quando è diventata un cult nelle conversazioni sui social, è entrata di diritto anche nel parlare quotidiano, si legge negli articoli di giornale, si usa per descrivere il “carattere” di un prodotto. Ad esempio, «quell’auto ha il giusto mood urbano», oppure «un abito con un mood elegante».

Insomma, come molte altre parole inglesi, si adatta bene ai vari significati e ai diversi registri linguistici.

Dalla parola mood, deriva anche il termine moodboard, una tavola dell’umore o delle emozioni che viene utilizzata nel campo della grafica, della moda, della pubblicità. Altro non è che un collage di colori, tessuti, illustrazioni, immagini o qualunque altro elemento sia oggetto dello studio o della progettazione.

Queste “tabelle” vengono utilizzate nell’interior design, con le planimetrie degli appartamenti, gli eventuali campioni di colore, i rivestimenti e quant’altro sia utile a rendere l’atmosfera, il mood appunto dell’appartamento. Nella moda le moodboard contengono immagini, ritagli di tessuto, colori per evocare il mood, l’emozione e le sensazioni che saranno prodotte dal lavoro finito.

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