EUROPA LUOGHI

Ora che prendere la metro non è più normale

Com'è cambiata la vita di chi prende la metropolitana a Londra. Il mutamento delle sensazioni e dei comportamenti prodotto dagli attacchi terroristici.

Di come e quando mi sia cambiata la percezione delle cose, non saprei dire con certezza. Se mi fermo a pensare a quale momento sia scattata quella molla dentro me, non riesco a ricordare. Ho come dei flash back, ricordi di sensazioni non troppo piacevoli. Un germe, silenzioso si è insinuato nei miei pensieri, ha modificato la percezione della realtà. Il primo pensiero ora è contaminato. L’irrazionalità. Potrà entrarci anche il carattere, ma non è solo quello. Nel mazzo delle possibilità ora la prima scelta è sempre la peggiore.

Il primo ricordo legato al terrorismo risale forse a quello che è considerato l’attacco più atroce: le Torri gemelle, 11 settembre. Ero nella casa dove abitavo con la mia famiglia, mia madre che stende o fa qualche faccenda domestica in cucina e il televisore acceso in sottofondo. Le trasmissioni che si interrompono. Gli aerei che si schiantano. Poi la sensazione di impotenza e angoscia. Ma anche una sorta di distacco. Come se quelle cose, fortunatamente, fossero lontane anni luce da me.

Ero protetta, nella mia vita normale, tra le cose normali. Da quel giorno, però, prendere l’aereo non è più stato normale. Un rumore strano, una comunicazione in codice del comandante ed ero subito sul chi va là. Pensare sempre «magari a sto giro tocca a me». Ma prendere l’aereo non è una cosa che si fa tutti i giorni, normalmente. Almeno non per me. A un certo momento, però, ti ritrovi in un mondo dove gli episodi di terrorismo non sono più quelli eclatanti, ma diventano attacchi alla normalità. Certo, non al paesello sconosciuto, ma dal paesello sconosciuto ormai da tempo me ne sono andata. Vivo in una delle capitali europee più grandi, Londra. Dove è normale pensare che possa avvenire un attacco terroristico. Dove quelli ci sono già stati. In zone e luoghi banali, del tutto normali.

Vale per me, vale per molti: sai di vivere in una città dove queste cose possono accadere; “ti” possono accadere. Sei in metro con tuo marito e i figli ed ogni volta che ci metti piede non fai altro che pensare che potrebbe succedere qualcosa a te e a loro. Ti senti in colpa di averli portati lì dentro. Ti senti angosciata a stare lì dentro. Ti guardi intorno in cerca di qualcosa, di qualcuno che ti possa sembrare uno di quei folli.

Prendi una linea che non prendevi da tempo e quindi non ricordi di quanto, essendo nuova, vada veloce. Allora ti fa strano e pensi: «perché va così veloce? C’è qualcosa che non va». Appena esci da sottoterra riprendi un po’ a ragionare e il senso di ansia passa. Come se alla luce del sole queste cose non potessero succedere. Arrivi a destinazione e ti senti sollevata.

Però ci sono delle volte in cui il viaggio lo interrompi. Se, per esempio, nel tuo vagone entra un tizio con un borsone, lo lascia in un sedile distante da sé ed inizia a sudare e tremare. Vedi che è agitato, si guarda intorno. Tu lo noti ed anche altri viaggiatori lì con te. Mille cose passano in mente allora. E vanno tutte in una sola direzione. Quando si aprono le porte, ad una fermata che non è la tua, scendi il più veloce possibile. Ti allontani dal vagone e lo guardi andare via. Non sei la sola. Fanno così anche altri, te ne accorgi perché come te risalgono su un altro treno che va nella stessa direzione di quello abbandonato. Ormai è diventato normale il sospetto. Ormai è diventato normale il senso d’ansia che di li a poco possa succedere qualcosa. La normalità non è più normalità. Almeno non è quella che conoscevi, che dava sicurezza, la tranquillità, il sentirsi distanti anni luce da queste cose. Ora sei lì, dove tutto può succedere.

Una volta in ogni angolo di Londra risuonavano frasi come «peace and love», oppure «stay away» ,«born to be wild» o «keep calm and carry on». Adesso dobbiamo tenerci pronti e la frase, l’unica che riecheggia, sempre più, è «Stay Safe» seguita da un semplice decalogo: «Run, ride, tell». Stai al sicuro. Corri. Nasconditi. Comunica.