LUOGHI VIAGGI

A Labuanbajo in cerca di draghi

Nelle Komodo Islands, in Indonesia, c’è una piccola cittadina di pescatori che si chiama Labuanbajo. È il centro principale della verdissima isola di Flores, dove, in base alle necessità, due comunità, quella musulmana e quella cristiana, si sono serenamente spartite attività e territori, raggiungendo un perfetto rapporto di reciproca armonia: le prime, sul mare, hanno il pesce e le seconde, a monte, hanno il riso. Insieme il cibo.

Poi, per stare meglio, hanno anche il turismo. L’attrazione principale del luogo è il temuto ed ancestrale Drago di Komodo, un varano che, in età adulta raggiungere i 3 metri di lunghezza e i 70 chili di peso, carnivoro, ed è capace di uccidere col suo morso velenoso che però non ha effetto immediato. Il Drago di Komodo infatti, dopo aver colpito la sua preda, la segue per giorni fino a che questa non muore.

Per attrarre più turisti gli abitanti del posto si sono inventati l’escursione di punta: la crociera alle isole del Komodo National Park, che comprende l’isola di Komodo, l’isola di Padar, quella di Rinca ed altre minori per un totale di circa 600 chilometri quadrati. Il parco è stato fondato proprio per proteggere i Draghi di Komodo nel 1980 e poi dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1991.

La crociera, a scelta del turista può durare uno, due, tre o quattro giorni. In uno si riesce a fare l’escursione a terra per scovare i Draghi di Komodo più due tappe per lo snorkeling in isole minori diverse e in quattro di escursioni a terra in cerca dei Draghi se ne possono fare due, più due percorsi trekking e svariate tappe per lo snorkeling sia nelle tre isole maggiori che in quelle minori.

Per portare in giro i turisti, gli abitanti di Labuanbajo utilizzano le barche che un tempo servivano solo per la cattura del pesce. Le hanno rese “abitabili” e l’equipaggio varia a seconda del numero degli ospiti. Ma, pochi o tanti che siano, si mettono a totale disposizione dell’ospite per ogni esigenza.

L’itinerario è flessibile, contrattabile anche a bordo all’ultimo momento, ma la rotta più ambita consiste nella ricerca delle gigantesche mante, dei piccoli squali di barriera, delle pacifiche tartarughe, dei coralli, dei pesci coloratissimi in uno snorkeling frenetico, alternando il mare alla montagna in scalate all’alba e al tramonto che offrono panorami mozzafiato incorniciati dagli eleganti voli delle aquile marine.

A terra, poi, la vita di tutti i giorni è fatta di piccole cose e di tanti sorrisi. Si vive di mercati in un tripudio di odori, suoni e colori, si vende e si compra: pesce fresco, essiccato, verdure, frutta e spezie.

La presenza delle due religioni non crea alcun tipo di tensione.

Da circa un anno, sulla collina, è stato aperto un modernissimo ospedale, il Siloam che dispone, oltre ad un pronto soccorso per le emergenze 24 ore su 24, di reparti specialistici d’eccellenza, in particolare nella cura dei tumori, nelle malattie cardiologiche ed in quelle neurologiche, del quale si servono più gli stranieri che la gente del luogo: è, insomma, un altro polo d’attrazione.

C’è entusiasmo sull’isola, la buona volontà con cui si cerca di diversificare l’offerta delle opportunità che consentano un aumento del turismo è percepibile ed è apprezzabile.

E lascia spazio anche all’imprenditoria straniera. Ne è un esempio il nuovo ristorante italiano “Made in Italy” aperto un fa da Marco Bertini, un pratese che in Indonesia vive da ormai dieci anni.

Bertini è riuscito a portare l’Italia a Labuanbajo, con un locale totalmente estraneo al contesto nel quale si trova, ma attentissimo ad offrire prodotti di qualità che incontrino il gusto di chi vive lì o di lì passa. Coltiva le sue materie prime in ben due farms con orti e animali, dà lavoro a 32 persone locali e mescola professionalità e serietà all’amore per il suo paese.

Un giovane turista del posto – ha solo 9 anni – alla fine di una vacanza ha esclamato: «Mamma qui sono poveri, ma sono felici!». Una constatazione su cui merita probabilmente riflettere.

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