LA PAROLA

Oroscopo

In ogni essere umano, anche il più razionale, da qualche parte alberga il desiderio recondito di conoscere la propria sorte, di spiegare il proprio comportamento come effetto di una particolare congiuntura astrale.

Dagli auruspici ai vaticini, fino alla banale lettura della mano, delle carte e dei tarocchi, al più criptico fondo di caffè e al malocchio, leggere il futuro o argomentare fantasiose spiegazioni per la mala o la buon sorte è cosa che ha segnato tutti i tempi della storia. E gran parte dei personaggi che la storia l’hanno fatta.

In questo panorama l’oroscopo (ecco la parola di oggi) occupa un ruolo di tutto rispetto, sia quello del giorno riportato dopo la pagina degli spettacoli e subito prima del cruciverba nei quotidiani, sia la più professionale interpretazione della posizione degli astri, in un dato momento.

La parola, infatti, deriva dal latino hōroscopus che a sua volta deriva dal greco hōroscópos, letteralmente “che osserva l’ora”, riferito a quella della nascita.

In senso pseudo-scientifico, è lo studio della posizione degli astri in corrispondenza di un preciso momento temporale e ha lo scopo di predire il futuro, basandosi sul principio che il fato di ogni persona è influenzato dalla posizione dei pianeti dello zodiaco.

Nel linguaggio comune, la parola indica la predizione del destino individuale, riferito per lo più a  salute, denaro, amore, fortuna, lavoro, in corrispondenza del segno zodiacale sotto il quale ogni individuo è venuto al mondo.

L’oroscopo, infatti, è strettamente legato alla Zodiaco che il  dizionario Devoto-Oli definisce, in astronomia, come la «zona della volta celeste intorno all’eclittica, delimitata da due cerchi paralleli, uno a nord e uno a sud, entro cui si muovono i pianeti e la luna».

Per l’astrologia, che sviluppa gli oroscopi fornendo una predizione basata sulla posizione dei pianeti in un dato momento e in un dato luogo, invece, lo Zodiaco è il  «complesso delle dodici costellazioni o segni e la loro rappresentazione».

Insomma, la scienza contro la superstizione, la figlia folle (l’astrologia) di una madre molto saggia (l’astronomia), per dirla con Voltaire.

Piero Angela che si è occupato di scienza tutta la vita, in una delle sue affermazioni tranchant contro tutto ciò che non è dimostrabile, ha detto che «basarsi su un oroscopo per determinare il proprio destino, sarebbe come calcolare esattamente la traiettoria di un volo di quaglie».

Ha pienamente ragione, ma a volte non è meglio attribuire l’andamento di una giornata di cacca a Saturno (sempre contro), il fallimento di un amore al transito di Giove in qualche casa, la sfortuna  al dispettoso Nettuno?

Meglio pensare di essere incostanti per colpa dei Gemelli, piuttosto che ammettere che non esiste terra che ci regga.

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