LA PAROLA

Piedi

Che la vita inizi dai piedi si capisce quando il bambino si stanca di gattonare e si alza tra la gioia di babbo e mamma. Che i piedi siano una fortuna non lo sostengono solo i Della Valle ma ce lo ha ricordato il vecchio Omero che forse aveva un debole per il piè veloce Achille. Che il vecchio allenatore Heriberto Herrera cercasse gloria col movimiento ovvero con l’incedere veloce dei piedi, lo sanno anche gli antijuventini. Che la salute dei piedi fosse la salvezza nella tragedia dei lager ce lo ha raccontato Primo Levi. Che mezzo mondo impazzisca per i piedi che colpiscono un pallone è roba da costume domenicale e infrasettimanale. E sì, ad ogni “piè sospinto” non ci possiamo dimenticare delle nostre estremità inferiori, ormai protagoniste non solo delle passeggiate e delle corse, ma anche del nostro lessico e della nostra attività quotidiana. Chi, infatti e per esempio, non vuole “cadere in piedi” qualsiasi cosa faccia? E chi invece non eviti come la peste coloro che sono abituati a fare “le cose con i piedi”? E non c’è generale simpatia per quelli che ipocritamente si barcamenano “tenendo i piedi in due staffe”?

Roba di tutti i giorni soprattutto questa storia delle due staffe che addirittura gareggia col saggio adagio per cui è sempre bene mantenersi coi “piedi per terra”, badando a tenere “in piedi la propria baracca” anche nei momenti difficili e, perché no, perfino quando tutto il tuo mondo diventa rosa e ognuno, riverente e interessato, pare “caderti a piedi”.

Gioie e lacrime ci regalano i piedi. Si esulta iniziando un’attività, ovvero “prendendo piede” per merito o magari per l’inerzia di qualcuno. La mestizia invece ci coglie quando, ahinoi, imbocchiamo il viale del tramonto e ci capita di finire con “un piede nella fossa”. O senza voler essere funereamente tragici, ci tocca scoprire inattese visite al rientro a casa dove – roba non rara di questi tempi – qualcuno è entrato senza chiave ma banalmente usando un piè di porco.

Esempi tipici della vita quotidiana che ogni giorno si rinnova “da capo a piedi” non di rado costringendoci a marciare stancamente quasi avessimo una “palla al piede”.

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