LA PAROLA

Riviera (fiducia)

(Harry Trump/Getty Images)

Per sentire cosa sia realmente la fiducia (di cui TESSERE ha già dato una definizione il 3 novembre 2017), bisognerebbe osservare un cavallo davanti all’ostacolo chiamato “riviera”. La riviera è una barriera, di legno o più frequentemente costituita da una larga siepe, dietro la quale si estende uno specchio d’acqua, di più di tre metri per lato. Il cavallo non ha una chiara idea di quanto sia profonda la vasca e, a volte, teme l’acqua. Quando affronta l’ostacolo deve spingere l’impulso alla massima potenza, in altezza e in lunghezza del salto, in elevazione ed estensione,  per non toccare la superficie liquida, che riflette la luce. E deve farlo fidandosi ciecamente del cavaliere che, su quella barriera, lo sta portando. La fiducia però è reciproca, perché un piede in fallo, all’interno della vasca, può significare una rovinosa caduta.

Fra gli ostacoli previsti dalle discipline equestri, forse  più di altri la riviera emoziona cavallo e cavaliere ed  evoca l’imprevisto dell’equitazione di campagna e di ogni percorso vitale. La fiducia, allora, è un equilibrio sofferto ed esatto  fra esperienza, coraggio e speranza.

Nel diritto romano la fiducia (fiducia, ae) – termine con la stessa radice di fides, fede, e di fidĕre, fidare, confidare – indicava un contratto con il quale si consegnava un bene a una persona, che l’avrebbe restituito più tardi. Infatti il sentimento di fiducia (perché di sentimento si tratta, di un moto profondo sul quale non si può mercanteggiare) si fonda su un’aspettativa di restituzione.

Una fiducia tradita interrompe il contratto, l’accordo, il legame.

La risposta corretta e onesta alle attese dell’altro – a colui che ci consegna le sue aspettative, i suoi beni, i suoi sentimenti o, come nel caso di cavallo e cavaliere, addirittura la sua vita – diventa allora la base della sicurezza del vivere, sociale ed individuale. Diventa il motivo per cui essere leali, oltre che emotivamente confortante, è anche “conveniente”: perché si sa che una volta stretto un patto, condiviso un obbiettivo, non si sarà traditi e si potranno utilizzare le proprie energie per portare a termine l’impegno e la sfida, e non invece per guardarsi le spalle.

Un principio di economia, naturale e sociale, così come è sociale la natura dell’uomo, che solo certa arroganza miope, che si nutre di soprusi e trucchi, può disconoscere.

Tags