LA PAROLA

Soteriologico

Soteriologico è l’arrivo del principe azzurro sul cavallo bianco in una fiaba che non sta, come dovrebbe, volgendo a lieto fine o parimenti «l’arrivo dei nostri», anch’essi a cavallo, la giubba blu, stavolta azzurri gli occhi e bianca la carnagione, come quelli del 7° reggimento guidato dal generale Custer, benché a Little Big Horne non salvarono proprio nessuno, nemmeno se stessi.

Soteriologico è infatti quanto irrompe sulla scena per portar la salvezza, perché l’aggettivo deriva dalla parola che in greco significa la dottrina della salvezza, [σωτηρία “salvezza” e –logia], la soteriologia. Tale dottrina è presente «in tutte le concezioni religiose in quanto tendono a superare le conseguenze ultime del male, cioè la morte, con la promessa di una vita futura nel paradiso di Dio, o nel nirvana, o nella schiera degli antenati, ecc.».

Soteriològico è dunque l’arrivo del “deus ex machina” l’apparizione sulla scena della tragedia greca, a partire da Euripide, di un attore che identifica la divinità, realizzata con un meccanismo che consentiva di far scendere dall’alto la figura capace di redimere una situazione non altrimenti risolvibile, perciò quest’ultima locuzione è diventata d’uso comune per indicare la persona o l’evento che fa volgere al meglio una circostanza fino a quel momento ritenuta senza via di scampo, tesa alla vittoria del male sul bene, della morte sulla vita.

L’aggettivo accompagna spesso un’attesa durante la quale si può pregare o meno, confidando appunto che le proprie invocazioni o un’inspiegabile mutamento del destino inneschino la comparsa di qualcosa o qualcuno capaci di metterci finalmente al sicuro, di scongiurare la catastrofe, di cambiare il corso delle cose, di sottrarci al verdetto finale, inappellabile, eterno. Ha perciò a che fare con la cura, la riparazione di un danno, il ripristino, se non proprio del piacere, almeno della normalità sul dolore.

Vano o meno che sia l’intervento soteriologico sta lì a far credere possibile la comparsa di un taumaturgo, un individuo o una presenza capaci, o ritenuti capaci, di operare miracoli, di rendere reale (ἔργον è l’“opera”) il ϑαῦμα, il “prodigio”.

Fra speranza ed illusione la soteriologìa, presente appunto come dottrina della salvezza soprattutto in riferimento alla liberazione dal male, nella maggior parte delle religioni, comprese quelle «misteriche, in cui la salvezza è raggiunta attraverso la partecipazione ai riti cui solo gli iniziati possono avere accesso», nella teologia cristiana studia direttamente il significato e il valore della redenzione operata da Cristo, morto in croce per salvare gli uomini dal peccato e dalla dannazione eterna, ed «ha ampliato il suo significato per investire tutto il destino e il senso della storia degli uomini».

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