ATTUALITÀ THE DARK SIDE OF THE NEWS

Tiriamoci su: c’è acqua da bere!

The dark side of the news: il lato oscuro della notizia. Parafrasando il celebre album dei Pink Floyd, The dark side of the moon, uno dei migliori di tutti i tempi e ai primi posti delle classifiche americane dal 1973 (anno di uscita) al 1988, questa rubrica cercherà di attirare l’attenzione su notizie di assoluta rilevanza (a nostro sindacabile parere) che il mondo dei media ha dimenticato, sottaciuto, trascurato o trattato con negligenza. A partire dall’acqua.

Ogni giorno se ne contano a decine: serie, seriose, divertenti, stravaganti, improbabili. Le “Giornate dedicate a…” sono ormai tema imprescindibile del quotidiano confronto giornalistico sulla gerarchia delle notizie.

Stampa, online, radio, tv: nessuno può dimenticarsi che Giornata è oggi… E il rilievo che viene dato agli approfondimenti che la riguardano spesso farebbero sorridere, se non fossero tragici.

Prendiamo questo esempio e giudicate voi: l’arrivo della primavera ha coinciso ieri con una concomitanza da far tremare i polsi in redazione: il “Tiramisù Day” e il “World Water Day”, che non ha bisogno di traduzione.

«È il dolce italiano più amato al mondo»: se lo dice Wikipedia, è certo che tutti amiamo incondizionatamente il tiramisù. Questo meraviglioso impasto di crema zabaione, panna montata, pan di Spagna imbevuto al Marsala secco e cacao in polvere – davvero buonissimo – ha vinto la sfida con la Giornata Mondiale dell’Acqua.

In prima pagina ovunque. Siti, blog, giornali, grande schermo, riviste e chi più ne ha più ne metta… Giusto? Giustissimo, la notizia si fa leggere, merita dunque la prima pagina o il titolo dì copertina.

E la Giornata Mondiale dell’Acqua? Pagine interne, tagli bassissimi nei siti, spesso dimenticata dai Tg. Una ricorrenza trattata con malavoglia e malagrazia: si potrebbe dire così. Ma la nostra pacata opinione (e ci perdonino Luca Bottura ed Enrico Bertolino, se prendiamo a prestito il format di questa loro straordinaria rubrica radiofonica) è che invece la notizia sia stata trattata con somma incompetenza. Da quasi tutti.

Perché basta scorrere Vita.it, il portale della sostenibilità sociale, per capire di cosa stiamo parlando. Anzi, di cosa avremmo dovuto parlare…

L’Unicef, in occasione del “World Water Day”, ha pubblicato un nuovo Rapporto secondo il quale oggi sono circa 663 milioni le persone nel mondo che non hanno accesso a fonti adeguate di acqua e sono quasi 600 milioni i bambini che entro il 2040 vivranno in aree con risorse idriche limitate. 1 bambino su 4.

Oltre 800 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno per diarrea causata da acqua e servizi igienico-sanitari non adeguati, mentre le donne e le bambine impiegano globalmente 200 milioni di ore ogni giorno per raccogliere acqua.

Sempre secondo il Rapporto, 36 Paesi stanno attualmente affrontando alti livelli di “stress idrico”, perché la richiesta di acqua supera ampiamente le fonti disponibili rinnovabili.

La crescita della popolazione, l’aumento del consumo e una domanda maggiore di acqua stanno esaurendo le risorse idriche in tutto il mondo. Fattori che stanno costringendo i bambini a utilizzare acqua non sicura, li espongono a malattie potenzialmente mortali come il colera e la diarrea.

Eppure secondo l’Unicef, le conseguenze dei cambiamenti climatici sulle fonti d’acqua non sono inevitabili. «I rischi climatici dovrebbero essere inseriti in tutte le politiche e i servizi relativi all’acqua e al settore igienico-sanitario, e gli investimenti dovrebbero essere mirati alle popolazioni a più alto rischio; le aziende devono lavorare con le comunità per prevenire contaminazioni ed esaurimento delle fonti d’acqua sicura; le comunità dovrebbero trovare nuovi modi per diversificare le fonti d’acqua e ampliare la capacità di reperire acqua in sicurezza».

Ebbene, di tutti questi dati – da far accapponare la pelle – e degli appelli dell’Unicef, quasi non si è trovato traccia. È caduto nel vuoto mediatico anche l’appello di una persona saggia, illuminata, ascoltata abitualmente da milioni di persone (e di media): «Dobbiamo essere più sensibili rispetto alla necessità di tutelare l’acqua come bene di tutti, valorizzando anche i suoi significati culturali e religiosi», ha ricordato con enfasi Papa Francesco.

Per segnalare un’eccezione, grazie alla incuriosita ricerca di Irene Butta, prezioso pilastro di TESSERE, riportiamo il contributo dato da tre blogger – EL, CAT e MR – che gestiscono ecshivers.com: undici canzoni per non dimenticarci che siamo fatti per il 75% di acqua e circa il 71% della superficie del pianeta è coperta da questo liquido.

Per il resto, in quel momento, i giornalisti erano evidentemente a gustarsi un tiramisù… o c’era un’eclissi di luna e noi non ce ne siamo accorti.

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