LA PAROLA

Vino

Nel primo atto della Traviata di Verdi si parla di libare, assaggiare, degustare e il collegamento alla bevanda degli dei sorge spontanea. Vino da degustare centellinando ogni sorso come un’esperienza rara ed eccitante, pari all’amore e alla gioia. Il vino “accende” più situazioni e più momenti di partecipazione.

Chi ha preso in mano, più di una volta un calice di vino durante una cerimonia o in occasione di un incontro piacevole o in perfetta solitudine, e ha brindato, ha festeggiato o ha continuato a bere per immalinconirsi, ha imparato che è molto facile lasciarsi coinvolgere da questo composto alcolico e farsi trascinare in una catena di aromi, in una sequenza di sfumature di gusto e in girandole di sensazioni inebrianti.

Il vino accompagna continuamente la nostra vita, segue e celebra ad uno ad uno tutti i nostri momenti più importanti: la compagnia di amici, la firma di un contratto, la nascita di un figlio, il brindisi in un matrimonio…

Vino sacro e profano! Vino della Chiesa e vino degli amanti!

Nel momento dell’Eucarestia, per i Cattolici, il vino rappresenta il sangue di Cristo. Lo stesso Gesù accompagna la sua ultima cena con un calice di vino.

Peppino di Capri nella canzone Champagne accosta il brindisi ad un momento di passione e di trasgressione «…champagne, per brindare ad un incontro… per te che già eri di un’altro…», per terminare con nostalgia  in un brindisi in solitudine   «…cameriere: Champagne!».

Bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione dell’uva, il vino in realtà è molto di più. Che sia perché si ottiene da un processo affascinante, o perché ha un vero potere sullo spirito e sulla mente, ha ispirato scrittori, poeti, registi.

Nel film Il profumo del mosto selvatico (1995), il vino è complice dell’amore. Il film racchiude in sé l’aspetto più sensuale e romantico del vino, capace di liberare quei sentimenti che vengono frenati dalle convenzioni. A good year (2006) dimostra come il vino sia capace di sostenere tradizioni e i valori. Affiancando  amore e valori il vino non può che essere sinonimo di vita come si evince dal film Sideways (2004), il vino si trasforma in un viaggio alla scoperta di se stessi.

Il vino stimola lavoro intellettuale, produce benefici effetti sul metabolismo e sull’attività cerebrale, accompagna cibi e dissipa malumori. Non a caso spesso si suol dire «scaldiamoci con un buon bicchiere di vino…» oppure «…dobbiamo brindare!» o, ancora, «…per l’occasione ci vuole proprio questo vino…». Il vino quindi come compagno di piacevoli incontri, come bevanda insostituibile in cene raffinate, come piacevolezza in molteplici occasioni.

Il vino cantato dai poeti, il vino esaltato sulle tavole, il vino complice di incontri amorosi, il vino come elemento liberatore.  «In vino veritas».

Il vino è piacevolezza, è morbidezza, è accoglienza, è calore, è unione, in un certo qual modo fa da liaison tra la buona tavola, il dialogo tra amici, l’atmosfera di ilarità e serenità che accompagna una serata trascorsa in rilassatezza e comodità.

Il vino è vivo come ciascuno di noi. Nasce, cresce e raggiunge la maturità. In quel momento ha un gusto fantastico! Il vino infatti è proprio come le persone che con il tempo maturano ed evolvono. E anche se il vino si incontra con il cibo, e le persone si incontrano con gli eventi, i sapori e le  caratteristiche che li rendono unici restano intatti.

Nel vino, poi, si ritrovano tutti gli elementi della nostra cultura: la storia, la filosofia, la tradizione, gli aspetti religiosi, l’edonismo. Per imparare a degustare un vino occorre imparare ad analizzare ogni suo aspetto, a decomporlo e poi a ricomporlo in un “unicum” che si potrebbe definire “armonia”, che racchiude la comprensione e conduce ad un piacere profondo. Per poter davvero degustare un vino bisogna entrare dentro di esso, occorre “farsi vino”.

Degustare vuol dire molto di più che percepire. Degustare vuol dire assaporare, cogliere l’essenza, sentire il gusto, percepire i profumi, i colori, comprendere la personalità, i pensieri, l’amore di chi, mediante la sua passione, ha contribuito a creare i sapori di un prodotto, entrare all’interno della sua complessità e comprendere tutte le componenti che la formano. Allargare il campo percettivo per apprezzare gli equilibri che conducono al risultato finale.

Ciò che rende unico ogni vino è la sua capacità di evocare, parlare, tradurre, narrare. La vera storia di un vino racconta delle condizioni climatiche e della stagione in cui è stato prodotto, dei vigneti, delle persone che lavorano da generazioni.

Il vino è storia di vita, è un “corpo vivente”, è fatica, sogni, speranze, delusioni, è il tentativo di svelare il senso profondo della terra. In una parola è vita. È vita per tutti coloro che comprendono che in un calice di vino si ricorda l’antico e si immagina il futuro. Si beve per ricordare e non per dimenticare. Si beve per ricordare il senso del giusto frutto al momento opportuno. Il senso della temperatura della vita.

«Libiamo ne’ lieti calici» è un invito a degustare e ad assaporare il vino ad assaporare la vita.