LA PAROLA

Zavaglio

«Ti pròpri un zavài», ci si può sentire dire a Bologna. Traduzione: sei proprio un zavaglio. Non è esattamente un complimento, perché il concetto di zavaglio, in questo caso applicato a una persona, è ricco di sfumature ma tutte negative. Zavaglio è infatti una cosa di poco conto, inutile, anche poco gradevole sotto il profilo estetico. È qualcosa che non serva a niente, occupa inutilmente dello spazio e dovrebbe essere destinata a finire nel rusco (altra parola dialettale che, in bolognese, indica la spazzatura). Zavagli possono essere, ad esempio, i premi che si vincono a una festa di paese, i gadget che si accumulano nei cassetti senza uno scopo preciso, bottoni spaiati, bigiotteria da bancarella cinese, abiti dozzinali e di poco prezzo ma anche eccessivamente appariscenti e kitch. Da zavaglio deriva anche il verbo inzavagliare, usato per lo più al participio passato inzavagliato, o nella forma riflessiva inzavagliarsi, per indicare qualcuno che veste male: «Ma guarda come va in giro inzavagliata», «ti sei inzavagliato che non ti si può guardare».

Zavaglio può essere definita anche una persona, come abbiamo visto. L’accezione è dispregiativa e indica un essere da niente, di poca sostanza, ma anche inaffidabile, poco serio: «Si è messa con Tizio che è un gran zavaglio». Al femminile, come di solito accade, acquista anche un’altra sfumatura: zavaglia può indicare una donna che ha comportamenti disinibiti.

Non è chiaro da dove derivi questo termine bolognese, già in uso nel Cinquecento visto che lo si trovava già nell’autore del Bertoldo Giulio Cesare Croce. C’è chi dice che zavaglio fosse un funzionario incaricato di fare l’inventario nei casi necessari, come una vendita o una spartizione d’eredità, per cui venivano censiti tutti gli oggetti presenti, anche quelli inutilizzabili perché rotti o di nessuna inutilità.

Sinonimo altrettanto bolognese di zavaglio è bagaglio (bagài in dialetto). «Sei un bagaglio» o «stai zitto, bagaglio» sono tipiche espressioni usate per insultare che risuonano tra le mura domestiche petroniane durante le liti, così come sugli spalti dello stadio e del palasport. Sinonimo di zavaglio, ma inteso esclusivamente come oggetto, soprattutto come abito, è anche blacco: una cosa da nulla, l’equivalente di uno straccio.

Tags