LA DATA

28 gennaio 1972

Oggi si ricorda la scomparsa di un grande giornalista e grande scrittore: Dino Buzzati. Era nato il 16 ottobre del 1906 (ben 113 anni fa) e scomparve in una giornata fredda come questa il 28 gennaio del 1972. Per tutta la vita lavorò al “Corriere della Sera”, dove entrò come collaboratore all’età di 22 anni. Per il quotidiano di via Solferino si occupò di tante cose, come capita a chi cresce professionalmente dentro a una struttura complessa come quella di un giornale: nerista, cronaca bianca, ma soprattutto inviato di guerra (iniziò ad Addis Abeba sul fronte etiopico, si imbarcò su varie unità della Marina Italiana le cui corrispondenze furono raccolte nel ’92 nel volume Il buttafuoco: cronache di guerra sul mare e dopo la guerra fu a New York, Washington, Praga, Gerusalemme, Giappone etc) ma fu anche un appassionato critico d’arte. Era nato a San Pellegrino di Belluno. S’era laureato in Giurisprudenza. Nella sua vita pubblicò diversi romanzi di cui il più famoso rimane indiscutibilmente Il deserto dei Tartari a tutti gli effetti il più bello e rappresentativo della sua visione narrativa e poetica considerato il capolavoro esistenzialista nazionale.

Grazie alle origini ricco borghesi respirò con passione l’amore per la cultura sfruttando la biblioteca di casa – il padre Giulio Cesare era un noto giurista veneto, in seguito professore di Diritto internazionale alla Bocconi, mentre la madre Alba Mantovani era di origini nobili – scoprendo un giovanile interesse per la cultura egizia – si firmava con gli amici di allora Dinubis – per la musica per la montagna, per lo sport, per il teatro e non ultimo per il cinema (collaborò anche con Fellini alla sceneggiatura di un film che non fu mai portato a termine). Aderì alla Repubblica sociale italiana e il 26 aprile del ‘45 casualmente dovette scrivere l’editoriale della Liberazione avvenuta il giorno precedente. L’articolo uscì sulla prima pagina del Corriere col titolo Cronaca di ore memorabili. Fu inviato al Giro d’Italia – all’epoca la manifestazione sportiva più seguita nella penisola – e il libro postumo su quell’esperienza uscì nell’81col titolo: Dino Buzzati al Giro d’Italia.

La sua attività letteraria verrà apprezzata soprattutto dopo la morte, con la pubblicazione di numerose antologie che lo riconoscevano come grande autore letterario. Fu considerato giustamente tra i grandi scrittori fantastici (insieme a Italo Calvino e Tommaso Landolfi). Tra le sue opere vanno ricordati i romanzi Bàrnabo delle montagne e Il segreto del Bosco Vecchio (da cui verranno tratti due film: il primo girato da Mario Brenta, il secondo da Ermanno Olmi nel ’93).

Il deserto dei Tartari, rimane comunque il suo capolavoro. Fu scritto nel ‘40 e doveva avere come titolo La Fortezza, ma Leo Longanesi lo convinse a cambiarlo. Nel ’76 Valerio Zurlini trarrà il film omonimo.