LA PAROLA

Lunapark

Lunapark è un sostantivo maschile che trae origine dal nome di un parco di divertimenti di New York. È composto del latino luna, “luna” (con il significato di “luogo fantastico”) e park, parco, diffuso poi nell’uso internazionale. È divenuto nel tempo una denominazione usuale dei parchi di divertimento all’aperto (con giostre, montagne russe, baracconi di tiro a segno, ruota panoramica, ecc.).

Un po’ di storia. Nel 1901 a Buffalo, New York durante l’esposizione Pan Americana venne presentata un’attrazione chiamata A trip to the moon (un viaggio verso la luna) ed era una finta navicella che portava sulla luna. I creatori di questa attrazione (Frederic Thompson e Elmer “Skip” Dundy) decisero di chiamare questa navicella Luna (il nome latino di moon) ispirandosi al nome della sorella di Skip Dundy che si chiamava appunto Luna.

Questa attrazione fu portata poi a Coney Island (una penisola e un quartiere situato nella zona meridionale della circoscrizione di Brooklyn a New York) in un parco divertimenti inaugurato nel 1903 a cui venne dato appunto il nome dell’attrazione “Luna”.

È senz’altro una parola ormai desueta che richiama antichi sapori e odori posticci, che riempie la memoria di colori e suoni forse assordanti ma che scaldano l’anima, una aria percorsa dagli strilli di bambini eccitati, con l’immancabile carretto del magico zucchero filato che ti carezza il viso, il movimento gioioso delle giostre che al suono di una musica improbabile sferzano l’aria, e la gente che si spinge e si urta piacevolmente senza tradire contrarietà di sorta, una atmosfera magica che attira il discolo Pinocchio che è in tutti noi…

I lunapark si sono poi “evoluti” nel tempo in giganteschi parchi di divertimento perdendo la freschezza originaria. Le antiche giostre hanno lasciato il posto a marchingegni sempre più sofisticati e sempre più basati sull’eccitazione adrenalinica. Dallo stand della paura dove apparivano improvvisamente risibili scheletri si è passati a gigantesche montagne russe che fanno sobbalzare il cuore e i visceri. Tutto diviene organizzato e pianificato. Addio spontaneità e semplicità…la florida commessa alla cassa della giostra è sostituita dalla prenotazione online…L’eccitazione si è spenta nella organizzazione di massa.

Un tempo si parlava di portare i bambini alle “giostre” intendendo genericamente il luogo lunapark come la sede di un complesso di svariati giochi di cui la giostra era il nucleo principale. Oggi si parla di parco dei divertimenti, normalmente monotematico; l’esempio più famoso è Disneyland che ormai è diffuso in quasi tutti i continenti.

Dobbiamo affidarci alla musica, alle canzoni per ri-sentire la eco di questa parola così evocativa, che ancora oggi opera una suggestione sulla memoria, sulla fantasia, sui sentimenti, oppure dobbiamo affidarci alla solita metafora di una politica chiassosa?

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