LA PAROLA

Centrale

Centrale è aggettivo e sostantivo femminile, deriva dal latino centralis ed è una parola buona per tutti i campi dello scibile: si usa in fisica, in matematica, in geografia, in anatomia, in botanica, in musica, in topografia e via, e via; si chiama Centrale anche un paesino di origine medievale della provincia di Vicenza, mille e settecento anime ai piedi delle colline delle Bregonze. La sede di una ditta o di una istituzione diventa centrale quando vengono aperte filiali in altri luoghi; la cosiddetta sede centrale viene oggi chiamata, poeticamente, la casa madre, per darle quella patina di familiarità che la sua originaria definizione non possedeva, nel suo asettico ruolo di motore immobile.

Nel centro di ogni città ci sono un sacco di luoghi centrali: la biblioteca, un hotel, la stazione ferroviaria con cui si arriva nel cuore della metropoli.

C’è poi un giocatore definito “centrale” in ogni squadra di pallavolo, e anche in ogni squadra di pallamano; nelle squadre di calcio, ora che si gioca a zona, ce ne sono addirittura due, in difesa.

Quella centrale è una posizione equidistante, che non pende né a destra né a sinistra; chi pensa che nel corpo sia centrale il cuore, è meglio che sappia che invece pende a sinistra, e non come la Torre di Pisa, che dipende da che parte la guardi: pende proprio a sinistra e, se non bastasse, il sangue è rosso. Il corpo infatti non è centrale, è comunista: i suoi organi cooperano al bene di tutto l’organismo.

Le cosiddette centrali, invece, di solito si trovano in periferia perché sono brutte o pericolose, oppure entrambe le cose: la centrale termica, quella nucleare, quella elettrica, quella telefonica. Poi c’è la centrale del latte, che non è pericolosa, ma è meglio se non si trova in centro perché è tutto un viavai di camion cisterna in entrata e di camion per la distribuzione in uscita.

Che cos’è una banca centrale ce lo facciamo dire direttamente dalla Banca Centrale Europea: «Una banca centrale è un’istituzione pubblica che gestisce la valuta di un paese o gruppo di paesi e controlla l’offerta di moneta, ovvero la quantità di moneta in circolazione. L’obiettivo principale di molte banche centrali è la stabilità dei prezzi. In alcuni paesi la banca centrale è anche tenuta per legge ad agire a sostegno della piena occupazione. Uno dei principali strumenti di cui dispone qualsiasi banca centrale è la possibilità di fissare i tassi di interesse, ossia il “costo del denaro”, nel quadro della propria politica monetaria. La banca centrale si distingue dalle banche commerciali poiché un singolo individuo non può aprire un conto né richiedere un prestito; inoltre, in quanto organismo pubblico, non ha scopo di lucro».

Non può mancare il mercato centrale, un tempo cuore commerciale e gastronomico della città, oggi trasformato in un patinato non luogo dove tutto ha un nome, magari con la versione inglese nell’etichetta accanto, e dove ogni segreto è svelato, senza reverenza alcuna. Anche gli avventori di un tempo appartengono alle specie estinte, ora il mercato centrale è un posto fighetto dove nessuno grida più il nome e il prezzo della sua merce, e dove orde di turisti possono riposare le stanche membra gustando le specialità locali, che a volte comprendono tutte le specialità possibili e immaginabili, provenienti anche da molti altri paesi. Non più gente verace che fa battute e allusioni sessuali alle signore intente alla scelta degli ortaggi o delle braciole, ma giovani impinguinati con camicie rigorosamente bianche, che in almeno due lingue servono gli ignari palati dei commensali.

Del resto la questione del proletariato, ai giorni nostri, non è più centrale: ora dorme in periferia e abita il centro commerciale, che si chiama centro, ma non è mai centrale.

 

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