LA PAROLA

Colpo

«Che colpo di reni!» urlò Nando Martellini quando, al Mondiale di Spagna, Dino Zoff respinse con un gran volo il tiro di un attaccante brasiliano. Fu il preludio al colpo grosso, ovvero alla vittoria azzurra nella massima competizione mondiale del pallone.

Di certo non fu il colpo del secolo perché, suvvia, siamo solo nel campo dello sport, ma comunque nell’occasione riuscimmo a far colpo di fronte al mondo.

Come accade spesso, anche in quell’impegno non partimmo bene, tanto che la stampa tutta implorò i giocatori invitandoli perentoriamente: «Se ci siete battete un colpo». Fortunatamente tra un colpo di tacco e un colpo di testa, gli azzurri riuscirono a cacciare infauste previsioni e negativi presagi con un paio di eccezionali colpi di spugna.

Il maggior sport nazionale di colpi ce ne ha sempre regalati a iosa, se non altro perché, insomma, il pallone per finire in rete in qualche modo va colpito. Ma il lessico del Belpaese non esaurisce il proprio repertorio di colpi nei limiti di un prato attrezzato per giocare. È la vita stessa che, nella quotidianità, è fatta di colpi che non sono solo quelli che il fabbro assesta modellando il ferro sull’incudine o gli altri, delicati e mirati, con cui lo scultore trasforma in arte un pezzo di marmo o di legno. Il colpo regola addirittura le nostre sorti, fauste e infauste. In un momento, un’esistenza può essere innalzata da un inatteso colpo di fortuna oppure devastata da un duro colpo. Ai propri affari, ai propri interessi o addirittura ai propri affetti. Roba che impegna duramente nella resurrezione, che quasi sempre passa attraverso un colpo di coda.

Anche la storia ha i propri colpi, di solito decisamente tragici. Sui testi di scuola si conoscono come colpi di stato e sulle strade della vita si avvertono solitamente come colpi mortali, che abbassano la civiltà verso veri e propri colpi di sonno dai quali il risveglio è sempre lungo e faticoso.

Non di colpo ma proprio di sbieco, come direbbe Benigni, dobbiamo accennare infine al colpo al cuore che spesso può addirittura portare ad una morte sul colpo. Ma da questa eventualità, in conclusione della chiacchierata, vorremmo tenerci lontani, se non proprio fuggire con un robusto colpo all’uscio.

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