LA PAROLA

Impeachment

Dall’inglese imputazione, l’impeachment è in sostanza la messa in stato d’accusa di persona che detiene un’alta carica pubblica, ritenuta colpevole di azioni illecite nell’esercizio delle proprie funzioni, allo scopo di provocarne la destituzione. Se ne parla in questi giorni in relazione ad alcuni comportamenti del Presidente Usa, Donald Trump. Se ne parla ma presumibilmente non se ne farà nulla. In ogni caso è sempre utile sapere di cosa si parla, dunque ripercorriamone la storia, usando sensatamente Wikipedia ed altri mezzi di informazione.

L’impeachment è un antico istituto del common law, sviluppatosi dapprima in Inghilterra in un arco di tempo che va dal 1376, anno in cui il Parlamento inglese mise in stato d’accusa alcuni ministri di Edoardo III e la sua amante Alice Perrers per corruzione e incapacità, al XVIII secolo, quando è evoluto nella responsabilità ministeriale del gabinetto del Re. È stato poi previsto e disciplinato dai padri costituenti degli Stati Uniti d’America nella Costituzione di Filadelfia del 1787. Nell’ordinamento giuridico statunitense, soggetti passivi dell’impeachment (sottoposti al procedimento) sono i componenti del potere esecutivo, dal presidente al vicepresidente fino ai funzionari delle amministrazioni statali, e i giudici intesi come membri delle giurisdizioni federali. Promotori dell’ impeachment sono la Camera dei Rappresentanti, investita della funzione di discutere i presupposti dell’accusa ed eventualmente elevarla (con voto a maggioranza semplice dei presenti), e il Senato investito del ruolo di giudice (con voto a maggioranza dei due terzi dei presenti). Se a esservi sottoposto è il presidente degli Stati Uniti presiederà il senato il Presidente della Corte suprema.

Il Brasile e il Paraguay sono stati gli unici paesi del Sudamerica a votare e ottenere la caduta del presidente, rispettivamente Fernando Collor de Mello e Fernando Lugo con un impeachment, nel 1992 e nel 2012. Ci hanno provato anche con nell’aprile del 2016 in Brasile per cacciare la presidentessa Dilma Rousseff, avvenuta poi nel successivo 31 agosto ad opera del Senato.

In Italia si è fatto uso del termine ad esempio in occasione del tentativo, da parte di alcune forze di opposizione parlamentare, di attivare la procedura prevista dall’articolo 90 della Costituzione italiana contro i Presidenti della Repubblica Francesco Cossiga (1991) e Giorgio Napolitano (2014). Secondo l’articolo 90 della Costituzione italiana, il Capo dello Stato può essere chiamato in giudizio per rispondere delle proprie azioni solo in caso di alto tradimento e di attentato alla Costituzione.

Approfondendo l’argomento vediamo che sono tre i casi previsti dalla Costituzione americana per attivare l’impeachment: tradimento, corruzione e “altri gravi crimini e misfatti”. Uno dei principali problemi dell’impeachment è la definizione degli illeciti ed è su questo argomento, come nel caso di Trump, che nascono spesso controversie. Le sanzioni che contempla l’istituto sono la rimozione o destituzione dalla carica e l’interdizione dai pubblici uffici.

Negli Stati Uniti, sono stati sottoposti a impeachment il presidente repubblicano Andrew Johnson nel 1868 e quello democratico Bill Clinton nel 1999. Quanto a Richard Nixon, non si può parlare propriamente di impeachment nel 1973 per lo scandalo Watergate, poiché si dimise prima che venisse avviata la procedura. Johnson, che aveva sostituito Abraham Lincoln dopo il suo assassinio fu sottoposto all’impeachment per alcuni supposti abusi nell’esercizio dei suoi poteri, e si salvò per un solo voto. Clinton invece, subì l’impeachment per aver mentito sulla sua relazione con Monica Lewinsky, allora stagista alla Casa Bianca. I capi di imputazione nel suo caso furono spergiuro e l’ostruzione alla giustizia. Nel febbraio 1999, il Senato lo assolse.

Non solo presidenti. Negli Stati Uniti d’America, l’istituto dell’impeachment, nella maggior parte dei casi, è stato utilizzato per rimuovere membri del potere giudiziario. Da questo punto di vista, il primo episodio è stato quello del giudice federale Timothy Pickering (1804). L’impeachment dei giudici è necessario perché la Costituzione statunitense fissa il principio della lifetime tenure (durata vitalizia della carica), perciò l’impeachment è l’unico modo per destituirli. Prima del caso Pickering, il Parlamento aveva discusso la possibilità di sottoporre a impeachment un senatore, William Blount (nel 1797), accusato di aver tramato contro gli interessi del Paese in alcune trattative diplomatiche con la Francia da un lato e con alcune nazioni pellerossa dall’altro. Il Congresso degli Stati Uniti però decise di non procedere con l’impeachment; da quel momento si esclude che un parlamentare rientri fra i soggetti passivi, dato che i due rami del Parlamento statunitense dispongono di altri strumenti per rimuovere un suo membro e la costituzione si riferisce chiaramente ai membri dell’esecutivo, non del corpo legislativo.

Altri Paesi. Dalla Sesta Repubblica di Corea fondata nel 1987, sono stati sottoposti a impeachment, da parte dell’Assemblea Nazionale, due presidenti. Nel 2004, l’impeachment del presidente Roh Moo-hyun fu annullato dalla Corte Costituzionale, mentre nel 2016 l’impeachment di Park Geun-hye fu successivamente confermato il 10 marzo 2017, dalla Corte stessa.

Le accuse a Trump: Ostruzione della giustizia. Questa accusa potrebbe aprire la strada a un procedimento di impeachment, ovvero alla messa in stato di accusa del presidente ad opera della Camera per farlo processare dal Senato e – se condannato – rimuoverlo dall’incarico. Trump, scrive il New York Times, avrebbe chiesto a James Comey, poi direttore dell’Fbi, di lasciar cadere l’indagine sul suo consigliere Michael Flynn. È ostruzione del meccanismo giudiziario, o no? La stampa americana sottolinea che al Congresso si discute vivacemente su che cosa significhi “azioni che ostacolano le indagini ufficiali”. Al di là dei casi più eclatanti (l’omicidio di un testimone o la distruzione di prove), la legge americana considera ostruzione alla giustizia, cioè un crimine, se qualcuno “blocca, influenza o ostacola qualsiasi procedimento ufficiale”.

Potrebbe essere la strada per bloccare un Presidente sui generis, poco propenso ad accogliere critiche, molto portato a confliggere con i media, a non gradire il rispetto delle regole e delle leggi e abituato, forse in virtù del fatto di essere un miliardario, a fare sempre i fatti propri. In questo ricorda qualcuno che ha governato (non presieduto la Repubblica) in Italia. Ma questa è un’altra storia…

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