LA PAROLA

Facondo

Il vocabolario Treccani on line dice che facondo è un aggettivo e che viene dal latino facundus, dal tema di fari, parlare;  vuol dire “che ha la dote della facondia”: oratore, predicatore facondo; parlatore facondo; loquace più che facondo; e, per estensione: orazione, difesa faconda.

Certo questo fac- iniziale sembra quasi sottintendere un fare, ma sappiamo tutti bene che parlare e fare sono due cose molto diverse e che a volte possono addirittura escludersi a vicenda; infatti la vox populi insegna che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e anche che qualcuno predica bene e razzola male.

Il Sabatini Coletti invece ci dice che è facondo chi è «dotato di un eloquio elegante, efficace e abbondante», tutte caratteristiche prive di connotazione negativa; però il facondo può diventare anche verboso, e finire l’interlocutore a forza di chiacchiere.

In ogni caso il facondo è un parlatore, e la concisione non è la sua virtù principale: sarà difficile che possa restare senza parole, anche se Pietro Metastasio diceva: «Il silenzio è ancor facondo, e talor si spiega assai chi risponde col tacer».

Il politico è facondo per natura, la parola gli viene facile e fluente, ma non per questo è eloquente. Lo pensava già Giuseppe Frizzi, che curò l’edizione del 1884 del Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana di Pietro Fanfani, e che alla voce facondia scrive: «La Facondia è puramente la facilità di parlare, anche all’improvviso, sopra diversi oggetti. Nel Parlamento molti hanno facondia; pochi o punti, eloquenza».

Faconde sono le parole di Febo Apollo nella traduzione in ottava rima delle Metamorfosi di Ovidio del poeta cinquecentesco Giovanni Andrea dell’Anguillara: «Febo ne l’età mia più verde, e bella,/ Si come piacque al ciel, di me s’accese,/ E con faconda, e candida favella/ L’interno foco suo mi fe palese». La faconda e candida favella di Apollo è uno stratagemma per ottenere con le buone quel che gli dei sono abituati di solito a prendersi travestendosi, prendendo le sembianze di qualcun altro o di un animale per possedere l’oggetto del proprio desiderio: in questo caso, visto che chi di trasformazione colpisce di trasformazione perisce, sarà Dafne a farsi trasformare dal padre in una pianta d’alloro, pur di sfuggire alle brame di Apollo, lasciandolo con le pive nel sacco.

Di facondo c’è anche un santo, San Facondo, un galiziano martirizzato assieme a un altro di nome Primitivo, con il quale condivide santità e giorno, il 27 novembre: giorno dei Santi Facondo e Primitivo Martiri in Galizia.