LA PAROLA

Idrorepellenza

Idrorepellenza, ovvero la magia del Loto.

I primi studi relativi all’idrorepellenza vanno attribuiti sicuramente a Gesù. Anche se non esistono fonti scientifiche attendibili, va però sottolineato che la “camminata sull’acqua” è un miracolo riportato in ben tre vangeli, quello secondo Marco (6,45-52), nel Vangelo secondo Matteo (14,22-33) e nel Vangelo secondo Giovanni (6,15-21).

Idrorepellente è ciò che non assorbe acqua, ma è anche sostanza usata per impermeabilizzazioni. In definitiva, con idrorepellenza definiamo la proprietà di corpi che manifestano una grande resistenza all’assorbimento dell’acqua.

Ai fini della nostra piccola indagine risulta di fondamentale importanza constatare come la scienza sia osservazione della natura applicata ai bisogni dell’uomo.

All’attento scienziato, non è sfuggito come la Natura abbia agevolmente risolto il problema del bere o affogare dotando alcuni suoi figli degli attributi necessari alla sopravvivenza senza renderli idrofobi (disturbo fobico che consiste nell’anomala e ossessiva avversione per i liquidi, le acque profonde o il nuoto) e di cui, in questa sede, possiamo proporre alcuni esemplari esempi:

sono 340 le specie di gerridi, detti anche insetti pattinatori. Le loro zampe sono coperte da uno strato di peluria cerosa, che li rende del tutto idrorepellenti.

I basilischi, gruppo di sauri arboricoli delll’America Centrale, si sono conquistati il nomignolo lucertola di Gesù perché, in caso di fuga, sono in grado di percorrere sull’acqua con le zampe posteriori circa 4 metri e mezzo. La loro abilità non si basa, come per altre creature più piccole, sul fatto di pesare abbastanza poco da poter essere sostenuto dalla tensione della superficie dell’acqua, ma dal fatto di «essere in uno stato di movimento costante» spiega John Bush, professore di matematica al Massachusetts Institute of Technology che studia dinamica dei fluidi. Quando il rettile abbassa la zampa e rompe la superficie dell’acqua, il liquido la respinge verso l’alto. Ciò consente loro di stare su il tempo sufficiente a compiere un altro passo e a non affondare.
Ma per rimanere in posizione eretta e stabile, il rettile produce anche forti spinte laterali.

I ragni pescatori, possono remare, galoppare e persino navigare a vela sull’acqua: sollevano due o tre paia di zampe in aria e si fanno sospingere dal vento. 

Lungo solo quattro centimetri, L’inaffondabile geco amazzonico riesce a rimanere sull’acqua, grazie ad una pelle idrorepellente che lo aiuta a non rompere la tensione della superficie. 

Ma a che punto è la ricerca scientifica? Oggi, mediante le nanotecnologie si cerca di riprodurre il cosidetto effetto loto in vernici, tegole, tessuti ed altre superfici. Approfondiamo.

L’effetto loto è la capacità, osservata principalmente nei fiori di loto, di un materiale di mantenersi pulito autonomamente. Il loto in molti paesi orientali è considerato simbolo di purezza: infatti i fiori di loto, pur avendo come habitat fiumi e laghi fangosi, non sono mai sporchi. I botanici che hanno studiato questo meccanismo hanno appurato che in effetti queste piante posseggono un meccanismo naturale di pulizia: sulle foglie del loto l’acqua non viene trattenuta (infatti queste foglie sono sempre asciutte), ma scivola via in tante goccioline che si formano per via dell’alta tensione superficiale presente sulla foglia, portando con sé la fanghiglia e i piccoli insetti che in essa si trovano. Questo è possibile perché le foglie di loto sono rivestite da cristalli di una cera idrofobica di dimensioni nanometriche.

Oggi conosciamo oltre 200 piante con caratteristiche simili a quelle del loto, ovvero piante che sono super-idrofobiche, vale a dire che repellono l’acqua, e autopulenti.

Possiamo verificare noi stessi l’effetto loto su una foglia di cavolo: piccole gocce d’acqua sulla foglia assumono una forma quasi sferica e rotolano via rapidamente anche solo con basse inclinazioni della foglia, trascinando anche eventuali particelle di sporco presenti sulla superficie.

Ebbene, per facile metafora, non ci resta che applicare «l’effetto loto» anche nelle nostre vite.

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