LA PAROLA

Sentimento

Senso; sentire; mente. Sentimento. In una parola: percepire con i sensi. “Sentire” con la mente. Nella radice della parola “sentimento” – le cui origini risalgono al latino Medioevale – è ancora riconoscibile il significato di “sentire” che anticamente aveva un valore diverso da quello odierno. La capacità di percepire sensazioni fisiche legate prevalentemente ai cinque sensi. Vista, udito, tatto, gusto, olfatto.

Veniva chiamato “sentimento” da Leonardo da Vinci, l’impulso che i muscoli ricevono dai nervi e, quando Leopardi definisce: “i sentimenti principali”, si riferisce essenzialmente alla traslazione del senso del “vedere” e “dell’udire” a tutto ciò che si riproduce nell’io interiore. Erano quindi considerati “sentimenti” quelli che il vocabolario Treccani definisce, tra gli altri, capacità di percepire sensazioni a livello fisico mediante gli organi di senso.

Sul significato legato ai sensi però, ha prevalso nel tempo e nel linguaggio corrente, ciò che oggi, in maniera molto vasta, è relegato alla sfera degli “stati d’animo”. Improvvisamente, all’anima, viene data, così, una sua “esistenza”, stabilendola, di fatto, in un luogo ben definito del corpo umano e tra uno dei suoi cinque sensi conosciuti: il cervello; organo che del corpo umano, determina azioni ed emozioni e sensi. La scatola nera dove il nostro “sentire” ha sede.

Si vede e si sente, non solo con gli organi preposti a farlo (occhi, orecchie, naso, bocca, mani), ma anche, con la traslazione psicologica del significato originale, con la mente.

”Sentimento”, sentire con la mente, prende il significato e lo spazio di ciò che si vuole indicare quando si fa riferimento alle emozioni (amore, amicizia, rabbia, nostalgia, incanto, disincanto, piacere). Sentimento come uno stato d’animo che in sé raccoglie un sentire “astratto” che non ha né materia né forma fisica come può essere un arto o un organo che ad un impulso cerebrale detto anche “impulso elettrico”, risponde, ma che, a causa dello stesso stato d’animo, può avvertirsi anche fisicamente. Come dolore, come sensazione di malessere o di benessere. “Sono talmente arrabbiato che mi si contraggono i muscoli”. “Sto male al solo pensiero”.”Pensare a te, mi fa stare bene”. Locuzioni dove “sensuale” e traslata, convivono.

Le malattie psicosomatiche, legate prevalentemente agli stati d’animo d’altronde, nella storia dello studio dell’animo umano, sono scoperta recente. Così come recente è la psicologia che, del “sentimento” e del sentire, sensazioni ed emozioni del percepire umano, ne fa i suoi pilastri di materia di studio e conoscenza.

Fate quindi attenzione ad usare il termine “sentimento” quando volete esprimere il trasporto degli amorosi sensi che passa sotto il termine generico di amore; quello per il quale è stato costruito il Taj Mahal; per il quale si scrivono le più sconvolgenti e coinvolgenti storie di quel sentimento chiamato “amore”. Per intenderci quello di “cuore-amore”. Siate cauti nell’indicare nel cuore il luogo dove palpita il sentimento che pensate di provare. “Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”. Rinomata frase del fisico e matematico Blaise Pascal, con la quale l’autore vuole riflettere sui sentimenti che il cuore può provare a volte talmente forti da non poterli comprendere. Non date retta. Il cuore non sente – batte – né può comprendere; la ragione sì. Siate consapevoli che non è il vostro cuore a “sentire” quel sentimento, ma molto più semplicemente, quasi banalmente per certi versi, il sentire meraviglioso e affascinante della vostra mente.

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