LA PAROLA

Moralità

Perché la parola moralità appare oggi desueta?
Forse perché i giudizi di cosa è morale e di cosa non lo è nel comune sentire cambiano rapidamente.

Nel 2012 il produttore americano Harvey Weinstein veniva insignito della Legion d’Onore, la più alta onorificenza francese, dal presidente della repubblica Nicolas Sarkozy. La stessa onorificenza che oggi un altro presidente francese, Emmanuel Macron, ha deciso di ritirare al più presto, causa lo scandalo delle molestie sessuali a Hollywood, di cui lo stesso Weinstein si è reso protagonista e che lo hanno portato alla cacciata infamante dall’Academia americana.

Un uomo osannato da tutto il mondo si trasforma, dall’oggi al domani, in un uomo immorale, proprio come il  Dr. Jekyll e Mr. Hide. Anche questa volta siamo alle prese con uno scandalo, quello del silenzio mantenuto negli anni da tutti coloro che sapevano e tacevano, donne stuprate a cui la società non ha saputo trasmettere il coraggio di parlare e uomini accondiscendenti. Se oggi quasi quaranta donne stuprate nel corso degli sono riuscite a trovare il coraggio di parlare, questo lo dobbiamo innanzi tutto a loro, ma anche al passo avanti compiuto dalla società. Quello che fino a ieri sembrava impensabile oggi non lo è più. La società stava cambiando, mentre il grande produttore non se ne accorgeva.

Il concetto di moralità è decisamente cambiato nel corso degli anni. Nel Medio Evo, ad esempio, pochi mettevano in dubbio la moralità di schiavizzare i prigionieri di guerra. Negli anni Cinquanta del Novecento i divorziati figuravano tra le persone di dubbia moralità, mentre i pedofili circolavano liberamente e la dubbia moralità era spesso sinonimo di facili costumi. Oggi possiamo dire che dubbia moralità è tutto ciò che potenzialmente può recare danno ad altri esseri umani.

E le prostitute, quelle da sempre considerate donne di dubbia moralità? Il problema resta aperto. A Firenze il sindaco Dario Nardella annuncia multe salate e denunce per i clienti, con una curiosa motivazione politica, quella di promuovere un atto di sinistra. Fabrizio De André certo non sarebbe stato d’accordo («C’è chi l’amore lo fa per noia, chi se lo sceglie per professione, Bocca di Rosa né l’uno né l’altro, lei lo faceva per passione»). Magari sarebbe più appropriato allora parlare di un atto di umanità, quello di togliere le ragazze dalla strada. Senza dimenticare Bocca di Rosa e i carabinieri  che «quella volta a prendere il treno l’accompagnarono malvolentieri».  Non tenerne di conto non  sarebbe certo un atto di sinistra.

La moralità resta debole quando l’umanità si lascia soffocare, mentre diventa sempre più forte quando questa riesce a prevalere. Se per tanti anni Hollywood ha potuto mascherarsi è stato per una carenza di umanità.

Oggi siamo a fare i conti anche con un’altra dubbia moralità, quella di chi si chiude a riccio contro i  migranti, gente che fugge la morte, la guerra e la povertà, che rischia la vita in mare con la speranza di un mondo migliore. Muoiono a centinaia, talvolta senza fare notizia. Tutto ciò è di dubbia moralità, dobbiamo dircelo con franchezza.

La parola moralità, recita l’Enciclopedia Italiana, è condizione di ciò che è conforme a principi morali: la moralità di un’azione, di costumi; la moralità di un libro, di uno spettacolo o di un film. Ma soprattutto indica la volontà individuale e privata del bene.
Secondo Dante:
«Color che ragionando andaro al fondo,
S’accorser d’esta innata libertate;
Però moralità lasciaro al mondo».

I filosofi riconobbero la libertà umana e perciò dettero al mondo dottrine morali.

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