LA PAROLA

Nasoni

Parola con cui scherzosamente vengono denominate le persone dal naso grosso, è infatti definita dal dizionario Treccani come un accrescitivo della parola naso.

Un naso ”importante”, così come viene metaforicamente indicato il nasone, è in molti casi una caratteristica distintiva di tante figure note del panorama letterario ed artistico internazionale: a cominciare da Dante Alighieri, come lo ritroviamo nel bel ritratto di profilo realizzato da Sandro Botticelli a fine 1400, fino a numerosi divi del cinema contemporanei, i cui nasi sono entrati ormai nell´immaginario comune, come Gérard Depardieu, Barbra Streisand, Dustin Hoffman, Marlon Brando.

Il nasone più famoso è sicuramente quello del burattino Pinocchio nel racconto che Carlo Collodi scrisse ad inizio ‘900, la cui caratteristica è proprio quella di avere il naso che si allunga a dismisura appena racconta una bugia; un po’ come a esternalizzare il misfatto con un chiaro cambiamento fisico che tutti immediatamente riconoscono e possono canzonare. È nel capitolo 17 de Le avventure di Pinocchio, che, dopo varie peripezie, il protagonista si trova a mentire spudoratamente davanti alla Fata dai capelli turchini e a fare i conti con l’imbarazzante prodigio: «Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito, perchè ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l’appunto è di quelle che hanno il naso lungo», lo apostrofa la Fata mettendolo a parte del mistero.

Nasoni sono anche dette le fontane di ghisa dal profilo curvo, da cui l´acqua scorre spesso in modo continuo. Si possono scorgere in tanti centri storici delle città italiane, ma la capitale pare esserne particolarmente piena. La recente decisione di chiudere buona parte dei nasoni in giro per la cittá di Roma, è diventata obiettivo di polemica; infatti come scrive Annalisa Camilli in un articolo pubblicato su Internazionale questo mese, la giunta comunale guidata da Virginia Raggi ha deciso di chiuderne molti entro fine dell´anno, con un ritmo di 30 nasoni al giorno. La costruzione di queste fontane risale a fine 1800, con un numero totale che supera i 2500 elementi, con il fine di mantenere la pressione delle tubature in città entro la norma e quindi evitare rotture e danni lungo la storica rete idrica. La sindaca giustifica questa scelta impopolare con una ovvia diminuzione di sprechi idrici, nonostante i dati dicano il contrario, in quanto i nasoni sembrano essere responsabili solo dell´1% degli sprechi d´acqua in città, contro il 50% delle attuali falle nella rete idrica. Chissà se sarà cresciuto il naso pure a lei.

Seppur mossa da nobili intenti, sembra che questa decisione non si rivelerà risolutiva né a breve, né a lungo termine, ed anzi farà impennare le vendite di acqua in bottiglia aumentando contemporaneamente il consumo di plastica con un impatto assai più deleterio sull´ambiente. Insomma questo provvedimento potrebbe avere potenziali conseguenze importanti sulla maggior parte della popolazione residente, compresi anziani e senza tetto, che si troverebbero a dover ricorrere ad altri fonti di approvvigionamento durante questa torrida estate romana.