LA PAROLA

Bufala

Bufala: sinonimo di fake news nel mondo dell’informazione online, di nostra competenza. Notizia falsa che diventa virale sfruttando le debolezze emotive (creduloneria in chi ci casca, ma anche interesse e speculazione da chi la propina) del lettore. Come bere un bicchier d’acqua, inventare una bufala online è semplice e veloce. Le statistiche dicono che per ogni notizia vera e verificata, se ne producono decine di false. Pubblicata su siti e blog, rilanciata sui social network, spesso la bufala online ha l’apparenza di una notizia tratta da una vera testata di informazione. Quello che forse non tutti sanno è che, almeno in Italia, sono poche persone a gestire molti dei siti di bufale più frequentati, storpiando il nome di media conosciuti e accreditati per confondere il lettore.

Scrivere e diffondere bufale a chi conviene? C’è chi le usa politicamente contro gli avversari, chi tende ad accreditarsi come antagonista al “sistema delle lobby” – le bufale sui vaccini sono odiose, oltre che diffusissime – chi ne trae profitto economico perché a fronte di costi di produzione bassi o nulli garantiscono spesso profitti grazie ai banner pubblicitari. Tema rilevantissimo, dunque, quello delle fake news, tanto fa farne oggetto, oggigiorno, di seminari ai corsi di formazione e aggiornamento per giornalisti.

Per alleggerire un po’ la “tensione”, ricordiamo che il mondo del cinema è ricco di bufale planetarie, per quanto sono diventate famose. «Elementare, mio caro Watson». Sherlock Holmes non l’ha mai detto, Arthur Conan Doyle non l’ha mai scritto. Ma in una pagina de Il caso dell’uomo deforme c’è uno scambio di battute che può aver generato la leggenda: Watson, dopo aver ascoltato una delle proverbiali deduzioni di Holmes, dice: «Semplice!». E Holmes risponde: «Elementare!».

Così come Provaci ancora Sam di Woody Allen non trova riscontri, in quanto è Ingrid Bergman nel film Casablanca a chiedere l’esecuzione del brano, e neppure con quelle precise parole. Benjamin Franklin e il suo «Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse» è una balla accertata. La frase è di Christopher Bullock che nel 1716 (quando Franklin aveva 10 anni) scrisse: «Impossibile essere sicuri di altro se non la morte e le tasse».

Ricordato che in lingua italiana il termine bufala indica un’affermazione falsa o inverosimile volta a ingannare il pubblico e che spesso prefigura il reato di truffa, secondo il Vocabolario della Crusca bufala deriva dall’espressione “menare per il naso come una bufala”, ovvero portare a spasso l’interlocutore trascinandolo come si fa con i buoi e i bufali, per l’anello attaccato al naso.

La Donazione di Costantino è probabilmente uno dei più antichi falsi storici, dunque una bufala, a noi noti. Il testo fu composto durante l’Alto Medioveo allo scopo di giustificare il potere temporale del papato agli occhi dei regni occidentali. La sua natura di bugia fu evidenziata già nel XV secolo. I Protocolli dei Savi di Sion, creati con l’intento di diffondere il disprezzo contro gli ebrei, sono un altro esempio di falso clamoroso. Venendo all’Italia, grande clamore mediatico suscitò, nell’estate del 1984, il ritrovamento in un canale di Livorno di tre teste scolpite, erroneamente attribuite da esperti d’arte ad Amedeo Modigliani. Si trattò di una burla ad opera di tre studenti universitari livornesi.

Bufale pericolose sono le Catene di Sant’Antonio; divertenti, alcune, le leggende metropolitane, insopportabili quelle che preannunciano la diffusione di virus  inesistenti che eseguirebbero fantasiose operazioni distruttive sul nostro pc. Assumono la forma particolare dello spamming quelle che spesso fanno leva sui buoni sentimenti di persone che, spinte ingenuamente dal desiderio di compiere una buona azione, inviano copia del messaggio a tutti i propri conoscenti, senza prima effettuare alcuna seria verifica sul contenuto.

Dal “bollino anti-bufala” di Facebook a decine di siti e blog specializzati, alla trasmissione MythBuster di Discovery Channel, fortunatamente si moltiplicano le azioni online che ci consentono (o ci aiutano almeno) a difenderci dalle notizie false. Ma, probabilmente, la vera soluzione, sarebbe il sopraggiungere di maturità e senso di responsabilità in chi scrive. Ma, forse, è proprio il credere nell’avversarsi di questo desiderio la bufala più grossa…