LA PAROLA

Ignavia

Ignavia. In sintesi: viltà eletta a norma di vita

Gli Ignavi descritti nel Canto III dell’Inferno sono collocati da Dante nell’Antiferno, indegni sia del Paradiso, sia dell’Inferno. Il ragionamento dantesco è semplice, se l’uomo è un essere sociale, chi si sottrae ai suoi doveri verso la società non è degno di alcuna considerazione. Peccatori «che mai non fur vivi». In effetti, il non prendere alcuna posizione risulta spesso essere la soluzione più comoda, il buon vecchio «sto co’ frati e zappo l’orto». Ma è pur vero che nel mondo odierno si sono persi anche molti valori di riferimento ed è difficile inventarsi nuovi obiettivi per cui entusiasmarsi, sopratutto se è dalla propria forza interiore che deve partire la spinta a perseguire un certo fine a tutti i costi.

L’ignavia si combatte attraverso il desiderio della propria consapevolezza come ci insegna l’umanista Pico della Mirandola nel suo De hominis dignitate dove afferma che l’uomo è artefice del proprio destino e non è costretto da alcuna barriera, responsabile del suo bene e del suo male.

Anche il Faust di Goethe lancia il suo monito: «Se mai io mi stenda soddisfatto sopra un letto di ignavia, che sia finita per me!».

Ma se ancora non siamo convinti che valga la pena arrischiarsi per «le discese ardite e le risalite» della vita, fugheremo ogni dubbio immergendoci nelle confortanti parole di «Itaca» del poeta Konstantinos Kavafis:

Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti

Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.